Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
La resistenza meccanica della cornea è correlata al numero di fibre e, soprattutto, al numero di legami chimici a ponte che esistono tra di loro. Qualcosa di simile succede anche nei pilastri di cemento armato delle case dove la resistenza è correlata al numero ed ai legami tra i tondini di acciaio…
Nel cheratocono si determina uno scompaginamento della corretta struttura del collagene con conseguente scarsa resistenza meccanica della cornea che, quindi, si deforma sotto la spinta della pressione endoculare.
La tecnica del cross-linking sfrutta una sostanza innocua la Riboflavina, nota come Vitamina B2, per creare una reazione chimica all’interno dello stroma corneale, innescata dalla luce ultravioletta emessa da una lampada appositamente studiata per questo scopo (Emettitore UV-A VEGA®).
La reazione chimica comporta un moltiplicarsi di legami tra le fibre collagene che, in maniera sorprendente, diventano più spesse, più ordinate e più resistenti a stimoli meccanici e chimici. Ne risulta una stabilizzazione della cornea con conseguente arresto dello sfiancamento della stessa e, pertanto, del cheratocono.

Gli interventi di CXL possono essere di tre tipi: standard,
transepiteliale e transepiteliale con iontoforesi. Il medico specialista saprà
consigliare quale delle tecniche è la più appropriata a seconda dei singoli
casi clinici.
Comune alle tre opzioni, è la stabilizzazione della
progressiva deformazione corneale e quindi delle condizioni visive attraverso
il rinforzo del collagene corneale.
Saranno in seguito necessarie visite di controllo e cure
sulla base dei rilievi clinici e strumentali con cadenza stabilita
dall’Oculista.
Per ulteriori informazioni sul cheratono e cross-linking
visita questo sito.
CXL-TE con IONTOFORESI
La recente ricerca scientifica si è indirizzata verso
un’ulteriore efficacia e sicurezza della procedura di cross-linking, tale da
coniugare efficacia e sicurezza con una maggior facilità e rapidità di
trattamento. Questo è stato possibile grazie ad una nuova tecnica,
denominata iontoforesi, in grado di garantire sia un più rapido
passaggio che una maggiore uniformità e distribuzione della riboflavina
all'interno della cornea.
La Iontoforesi (da iòntos = ione e phòresis = trasporto,
ovvero trasporto di ioni) consiste nel trasferimento di molecole, fornite di
carica ionica (tra cui la riboflavina), all’interno del tessuto corneale da
trattare, grazie ad un campo elettrico a bassa intensità. È una tecnica innocua
per i tessuti oculari (lavora ad intensità di corrente molto basse), e permette
di raggiungere concentrazioni di riboflavina più omogenee rispetto alla
permeazione passiva, con tempi complessivi di trattamento molto più rapidi.
La Iontoforesi corneale permette infatti di ridurre
l’intervento di cross-linking corneale a soli 14 minuti totali (imbibizione ed
irraggiamento UV-A) nei confronti dei 60 minuti della tecnica transepiteliale
standard (con imbibizione passiva): la fase di imbibizione della cornea con
riboflavina mediante iontoforesi richiede 5 minuti e la irradiazione UV-A a 10
mW/cm2 9 minuti.
Scopri di più
CHIUDI
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
La resistenza meccanica della cornea è correlata al numero di fibre e, soprattutto, al numero di legami chimici a ponte che esistono tra di loro. Qualcosa di simile succede anche nei pilastri di cemento armato delle case dove la resistenza è correlata al numero ed ai legami tra i tondini di acciaio…
Nel cheratocono si determina uno scompaginamento della corretta struttura del collagene con conseguente scarsa resistenza meccanica della cornea che, quindi, si deforma sotto la spinta della pressione endoculare.
La tecnica del cross-linking sfrutta una sostanza innocua la Riboflavina, nota come Vitamina B2, per creare una reazione chimica all’interno dello stroma corneale, innescata dalla luce ultravioletta emessa da una lampada appositamente studiata per questo scopo (Emettitore UV-A VEGA®).
La reazione chimica comporta un moltiplicarsi di legami tra le fibre collagene che, in maniera sorprendente, diventano più spesse, più ordinate e più resistenti a stimoli meccanici e chimici. Ne risulta una stabilizzazione della cornea con conseguente arresto dello sfiancamento della stessa e, pertanto, del cheratocono.

Gli interventi di CXL possono essere di tre tipi: standard,
transepiteliale e transepiteliale con iontoforesi. Il medico specialista saprà
consigliare quale delle tecniche è la più appropriata a seconda dei singoli
casi clinici.
Comune alle tre opzioni, è la stabilizzazione della
progressiva deformazione corneale e quindi delle condizioni visive attraverso
il rinforzo del collagene corneale.
Saranno in seguito necessarie visite di controllo e cure
sulla base dei rilievi clinici e strumentali con cadenza stabilita
dall’Oculista.
Per ulteriori informazioni sul cheratono e cross-linking
visita questo sito.
CXL-TE con IONTOFORESI
La recente ricerca scientifica si è indirizzata verso
un’ulteriore efficacia e sicurezza della procedura di cross-linking, tale da
coniugare efficacia e sicurezza con una maggior facilità e rapidità di
trattamento. Questo è stato possibile grazie ad una nuova tecnica,
denominata iontoforesi, in grado di garantire sia un più rapido
passaggio che una maggiore uniformità e distribuzione della riboflavina
all'interno della cornea.
La Iontoforesi (da iòntos = ione e phòresis = trasporto,
ovvero trasporto di ioni) consiste nel trasferimento di molecole, fornite di
carica ionica (tra cui la riboflavina), all’interno del tessuto corneale da
trattare, grazie ad un campo elettrico a bassa intensità. È una tecnica innocua
per i tessuti oculari (lavora ad intensità di corrente molto basse), e permette
di raggiungere concentrazioni di riboflavina più omogenee rispetto alla
permeazione passiva, con tempi complessivi di trattamento molto più rapidi.
La Iontoforesi corneale permette infatti di ridurre
l’intervento di cross-linking corneale a soli 14 minuti totali (imbibizione ed
irraggiamento UV-A) nei confronti dei 60 minuti della tecnica transepiteliale
standard (con imbibizione passiva): la fase di imbibizione della cornea con
riboflavina mediante iontoforesi richiede 5 minuti e la irradiazione UV-A a 10
mW/cm2 9 minuti.