Sono opacità del vitreo, risultato di alterazioni delle proteine in esso contenute.
Sono opacità del vitreo, risultato di alterazioni delle proteine in esso contenute.
Vedere dei corpi mobili signica che il vitreo sta subendo delle trasformazioni della sua struttura.
No, ma è un sintomo da non sottovalutare.
E’ consigliabile una visita oculistica per la valutazione delle strutture interne dell’occhio (retina, ecc.)
Quando appaiono dei lampi luminosi, significa che la retina è sottoposta a trazione da parte del vitreo. Nella maggior parte dei casi il vitreo si stacca dalla retina senza alcun sintomo. Altre volte stimola la retina e qualche altra volta essa puo andare incontro al distacco.
Nella maggior parte dei casi basta un trattamento laser per saldare la rottura. Se si aspetta troppo è possibile che il danno retinico si aggravi.
Sì, anche se è consigliabile la valutazione della retina e il controllo da parte dell’oculista.
Fino ad oggi non è mai stato dimostrato e descritto.
Dato che i corpi mobili sono delle opacità del vitreo all’interno dell’occhio, ogni volta che si muove l’occhio, il vitreo tende a mantenere il proprio stato iniziale.
In un secondo tempo per le aderenze fisiologiche che ci sono tra la parete dell’occhio e il vitreo anche il corpo vitreo si muove e quindi anche le sue opacità.
Sono opacità del vitreo, risultato di alterazioni delle proteine in esso contenute.
Sono opacità del vitreo, risultato di alterazioni delle proteine in esso contenute.
Vedere dei corpi mobili signica che il vitreo sta subendo delle trasformazioni della sua struttura.
No, ma è un sintomo da non sottovalutare.
E’ consigliabile una visita oculistica per la valutazione delle strutture interne dell’occhio (retina, ecc.)
Quando appaiono dei lampi luminosi, significa che la retina è sottoposta a trazione da parte del vitreo. Nella maggior parte dei casi il vitreo si stacca dalla retina senza alcun sintomo. Altre volte stimola la retina e qualche altra volta essa puo andare incontro al distacco.
Nella maggior parte dei casi basta un trattamento laser per saldare la rottura. Se si aspetta troppo è possibile che il danno retinico si aggravi.
Sì, anche se è consigliabile la valutazione della retina e il controllo da parte dell’oculista.
Fino ad oggi non è mai stato dimostrato e descritto.
Dato che i corpi mobili sono delle opacità del vitreo all’interno dell’occhio, ogni volta che si muove l’occhio, il vitreo tende a mantenere il proprio stato iniziale.
In un secondo tempo per le aderenze fisiologiche che ci sono tra la parete dell’occhio e il vitreo anche il corpo vitreo si muove e quindi anche le sue opacità.
Con l’aumento dell’utilizzo di tablet, smartphone e personal computer, riveste un ruolo importante il potenziale aimpatto sulla vista nel breve e lungo periodo.
Poiché questi strumenti sono progettati per l’uso da vicino, gli occhi devono costantemente mettere a fuoco le immagini, sottoponendo ad uno sforzo eccessivo i muscoli oculari.
Con l’aumento dell’utilizzo di tablet, smartphone e personal computer, riveste un ruolo importante il potenziale aimpatto sulla vista nel breve e lungo periodo.
Poiché questi strumenti sono progettati per l’uso da vicino, gli occhi devono costantemente mettere a fuoco le immagini, sottoponendo ad uno sforzo eccessivo i muscoli oculari.
Nel corso del tempo tali sforzi possono portare ad affaticamento visivo, irritazione oculare e problemi alla vista.
Da un sondaggio è emerso che più di un terzo della popolazione trascorre dalle 4 alle 6 ore al giorno con strumenti digitali o dispositivi elettronici
Il maggior danno visivo è causato da:
Diversi i sintomi riferiti dopo uso prolungato di strumenti digitali e dispositivi elettronici:
Per alleviare i sintomi da affaticamento visivo esistono sostanze naturali in grado di sortire effetti positivi.
Con l’aumento dell’utilizzo di tablet, smartphone e personal computer, riveste un ruolo importante il potenziale aimpatto sulla vista nel breve e lungo periodo.
Poiché questi strumenti sono progettati per l’uso da vicino, gli occhi devono costantemente mettere a fuoco le immagini, sottoponendo ad uno sforzo eccessivo i muscoli oculari.
Con l’aumento dell’utilizzo di tablet, smartphone e personal computer, riveste un ruolo importante il potenziale aimpatto sulla vista nel breve e lungo periodo.
Poiché questi strumenti sono progettati per l’uso da vicino, gli occhi devono costantemente mettere a fuoco le immagini, sottoponendo ad uno sforzo eccessivo i muscoli oculari.
Nel corso del tempo tali sforzi possono portare ad affaticamento visivo, irritazione oculare e problemi alla vista.
Da un sondaggio è emerso che più di un terzo della popolazione trascorre dalle 4 alle 6 ore al giorno con strumenti digitali o dispositivi elettronici
Il maggior danno visivo è causato da:
Diversi i sintomi riferiti dopo uso prolungato di strumenti digitali e dispositivi elettronici:
Per alleviare i sintomi da affaticamento visivo esistono sostanze naturali in grado di sortire effetti positivi.
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
La resistenza meccanica della cornea è correlata al numero di fibre e, soprattutto, al numero di legami chimici a ponte che esistono tra di loro. Qualcosa di simile succede anche nei pilastri di cemento armato delle case dove la resistenza è correlata al numero ed ai legami tra i tondini di acciaio…
Nel cheratocono si determina uno scompaginamento della corretta struttura del collagene con conseguente scarsa resistenza meccanica della cornea che, quindi, si deforma sotto la spinta della pressione endoculare.
La tecnica del cross-linking sfrutta una sostanza innocua la Riboflavina, nota come Vitamina B2, per creare una reazione chimica all’interno dello stroma corneale, innescata dalla luce ultravioletta emessa da una lampada appositamente studiata per questo scopo (Emettitore UV-A VEGA®).
La reazione chimica comporta un moltiplicarsi di legami tra le fibre collagene che, in maniera sorprendente, diventano più spesse, più ordinate e più resistenti a stimoli meccanici e chimici. Ne risulta una stabilizzazione della cornea con conseguente arresto dello sfiancamento della stessa e, pertanto, del cheratocono.
Gli interventi di CXL possono essere di tre tipi: standard, transepiteliale e transepiteliale con iontoforesi. Il medico specialista saprà consigliare quale delle tecniche è la più appropriata a seconda dei singoli casi clinici.
Comune alle tre opzioni, è la stabilizzazione della progressiva deformazione corneale e quindi delle condizioni visive attraverso il rinforzo del collagene corneale.
Saranno in seguito necessarie visite di controllo e cure sulla base dei rilievi clinici e strumentali con cadenza stabilita dall’Oculista.
Per ulteriori informazioni sul cheratono e cross-linking visita questo sito.
La recente ricerca scientifica si è indirizzata verso
un’ulteriore efficacia e sicurezza della procedura di cross-linking, tale da
coniugare efficacia e sicurezza con una maggior facilità e rapidità di
trattamento. Questo è stato possibile grazie ad una nuova tecnica,
denominata iontoforesi, in grado di garantire sia un più rapido
passaggio che una maggiore uniformità e distribuzione della riboflavina
all'interno della cornea.
La Iontoforesi (da iòntos = ione e phòresis = trasporto,
ovvero trasporto di ioni) consiste nel trasferimento di molecole, fornite di
carica ionica (tra cui la riboflavina), all’interno del tessuto corneale da
trattare, grazie ad un campo elettrico a bassa intensità. È una tecnica innocua
per i tessuti oculari (lavora ad intensità di corrente molto basse), e permette
di raggiungere concentrazioni di riboflavina più omogenee rispetto alla
permeazione passiva, con tempi complessivi di trattamento molto più rapidi.
La Iontoforesi corneale permette infatti di ridurre
l’intervento di cross-linking corneale a soli 14 minuti totali (imbibizione ed
irraggiamento UV-A) nei confronti dei 60 minuti della tecnica transepiteliale
standard (con imbibizione passiva): la fase di imbibizione della cornea con
riboflavina mediante iontoforesi richiede 5 minuti e la irradiazione UV-A a 10
mW/cm2 9 minuti.
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
Il cross-linking (in sigla: CXL) è una terapia innovativa parachirurgica del cheratocono.
Cross-linking vuol dire “formazione di legami incrociati”. È una reazione fotodinamica di polimerizzazione delle fibre collagene dello stroma corneale in grado di incrementarne la resistenza.
La resistenza meccanica della cornea è correlata al numero di fibre e, soprattutto, al numero di legami chimici a ponte che esistono tra di loro. Qualcosa di simile succede anche nei pilastri di cemento armato delle case dove la resistenza è correlata al numero ed ai legami tra i tondini di acciaio…
Nel cheratocono si determina uno scompaginamento della corretta struttura del collagene con conseguente scarsa resistenza meccanica della cornea che, quindi, si deforma sotto la spinta della pressione endoculare.
La tecnica del cross-linking sfrutta una sostanza innocua la Riboflavina, nota come Vitamina B2, per creare una reazione chimica all’interno dello stroma corneale, innescata dalla luce ultravioletta emessa da una lampada appositamente studiata per questo scopo (Emettitore UV-A VEGA®).
La reazione chimica comporta un moltiplicarsi di legami tra le fibre collagene che, in maniera sorprendente, diventano più spesse, più ordinate e più resistenti a stimoli meccanici e chimici. Ne risulta una stabilizzazione della cornea con conseguente arresto dello sfiancamento della stessa e, pertanto, del cheratocono.
Gli interventi di CXL possono essere di tre tipi: standard, transepiteliale e transepiteliale con iontoforesi. Il medico specialista saprà consigliare quale delle tecniche è la più appropriata a seconda dei singoli casi clinici.
Comune alle tre opzioni, è la stabilizzazione della progressiva deformazione corneale e quindi delle condizioni visive attraverso il rinforzo del collagene corneale.
Saranno in seguito necessarie visite di controllo e cure sulla base dei rilievi clinici e strumentali con cadenza stabilita dall’Oculista.
Per ulteriori informazioni sul cheratono e cross-linking visita questo sito.
La recente ricerca scientifica si è indirizzata verso
un’ulteriore efficacia e sicurezza della procedura di cross-linking, tale da
coniugare efficacia e sicurezza con una maggior facilità e rapidità di
trattamento. Questo è stato possibile grazie ad una nuova tecnica,
denominata iontoforesi, in grado di garantire sia un più rapido
passaggio che una maggiore uniformità e distribuzione della riboflavina
all'interno della cornea.
La Iontoforesi (da iòntos = ione e phòresis = trasporto,
ovvero trasporto di ioni) consiste nel trasferimento di molecole, fornite di
carica ionica (tra cui la riboflavina), all’interno del tessuto corneale da
trattare, grazie ad un campo elettrico a bassa intensità. È una tecnica innocua
per i tessuti oculari (lavora ad intensità di corrente molto basse), e permette
di raggiungere concentrazioni di riboflavina più omogenee rispetto alla
permeazione passiva, con tempi complessivi di trattamento molto più rapidi.
La Iontoforesi corneale permette infatti di ridurre
l’intervento di cross-linking corneale a soli 14 minuti totali (imbibizione ed
irraggiamento UV-A) nei confronti dei 60 minuti della tecnica transepiteliale
standard (con imbibizione passiva): la fase di imbibizione della cornea con
riboflavina mediante iontoforesi richiede 5 minuti e la irradiazione UV-A a 10
mW/cm2 9 minuti.
L’esposizione alla luce è indispensabile per la funzione visiva, e per regolare l’equilibrio sonno-veglia dell’organismo. L’importante è proteggersi adeguatamente da una esposizione eccessiva.
L’esposizione alla luce è indispensabile per la funzione visiva, e per
regolare l’equilibrio sonno-veglia dell’organismo. L’importante è
proteggersi adeguatamente da una esposizione eccessiva.
Diverse
patologie oculare hanno dimostrato un coinvolgimento delle radiazioni
luminose nella induzione e/o nella progressione del danno retinico
(Edema maculare cistoide, Degenerazione Maculare, …).
La
DEGENERAZIONE MACULARE è la principale causa di perdita della vista dopo
i 55 anni. E’ strettamente legata all’assetto genetico dell’individuo
ed influenzata da fattori ambientali e da cattive abitudini di vita
(fumo, obesità, dieta povera in antiossidanti…).
Tra questi la LUCE BLU è tra i più importanti fattori di rischio perché determina la liberazione di molecole altamente aggressiva per le membrane retiniche, i RADICALI LIBERI.
Tutto ciò può portare ad importanti alterazioni anatomo-funzionali con compromissione della capacità visiva.
Protezione dalle radiazioni solari: occhiali e cappello!
La vista va protetta dai raggi ultravioletti, evitando di esporsi nelle ore centrali della giornata e utilizzando occhiali da sole adeguati. Le lenti devono garantire protezione contro i raggi UV e la riduzione della componente blu/viola dello spettro visibile.
Alimentazione corretta e multivariata!
Vitamine e sali minerali aiutano a combattere l’accumulo dei cosidetti “radicali liberi” che possono danneggiare le diverse strutture oculari e soprattutto la retina. Queste sostanze definite “antiossidanti” sono principalmente la vitamina A, C ed E, il betacarotene e la luteina etc. ed elementi come lo zinco e il selenio. Si trovano nella frutta come le arance, kiwi, albicocche e nella verdura come peperoni, pomodori, carote e soprattutto quella a foglia verde come spinaci, broccoli e lattuga, etc.
E’ dunque consigliabile consumare abbondanti porzioni di questi alimenti.
Integrazione con elementi antiossidanti come Luteina, L-carnosina, Curcumina, Zafferano, Zinco, Rame, Selenio, Vit E e Vit. C
Questi nutrienti sono in grado di antagonizzare i fenomeni ossidativi dei radicali liberi che sono alla base dei processi di invecchiamento e morte cellulare. Non sempre la dieta quotidiana consente un’appropriata assunzione di tali sostanze e negli anziani la situazione è aggravata da un loro ridotto assorbimento. L’aumento dei fenomeni ossidativi, soprattutto quelli legati all’esposizione dei raggi solari, e la ridotta disponibilità di specifici agenti antiossidanti, sono causa di un incremento di patologie degenerative a carico di alcune strutture oculare ed in particolare della retina e della zona maculare. E’ infatti a questo livello che le radiazioni luminose vengono a contatto con i fotorecettori permettendo la visione. E’ pertanto necessario un corretto potenziale antiossidante al fine di mantenere l’equilibrio tra i processi ossidativi e quelli cellulari a livello retinico. Un esempio è costituito dalla LUTEINA, un potente antiossidante che si accumula elettivamente nella macula, dove costituisce un filtro naturale contro le radiazioni nocive riducendo il danno a carico dei tessuti retinici maculari.
Può essere quindi definita come un’ “occhiale da sole naturale”. La LUTEINA, come molti altri elementi antiossidanti, non viene prodotta dal nostro organismo e può essere assunta solo con alimenti o integratori alimentari. Anche lo zafferano e la curcumina sono estratti vegetali particolarmente ricchi in carotenoidi e polifenoli, che conferiscono loro proprietà antiossidanti. Il colore giallo delle spezie curcuma e zafferano è dato dalla presenza di questi carotenoidi.
L’esposizione alla luce è indispensabile per la funzione visiva, e per regolare l’equilibrio sonno-veglia dell’organismo. L’importante è proteggersi adeguatamente da una esposizione eccessiva.
L’esposizione alla luce è indispensabile per la funzione visiva, e per
regolare l’equilibrio sonno-veglia dell’organismo. L’importante è
proteggersi adeguatamente da una esposizione eccessiva.
Diverse
patologie oculare hanno dimostrato un coinvolgimento delle radiazioni
luminose nella induzione e/o nella progressione del danno retinico
(Edema maculare cistoide, Degenerazione Maculare, …).
La
DEGENERAZIONE MACULARE è la principale causa di perdita della vista dopo
i 55 anni. E’ strettamente legata all’assetto genetico dell’individuo
ed influenzata da fattori ambientali e da cattive abitudini di vita
(fumo, obesità, dieta povera in antiossidanti…).
Tra questi la LUCE BLU è tra i più importanti fattori di rischio perché determina la liberazione di molecole altamente aggressiva per le membrane retiniche, i RADICALI LIBERI.
Tutto ciò può portare ad importanti alterazioni anatomo-funzionali con compromissione della capacità visiva.
Protezione dalle radiazioni solari: occhiali e cappello!
La vista va protetta dai raggi ultravioletti, evitando di esporsi nelle ore centrali della giornata e utilizzando occhiali da sole adeguati. Le lenti devono garantire protezione contro i raggi UV e la riduzione della componente blu/viola dello spettro visibile.
Alimentazione corretta e multivariata!
Vitamine e sali minerali aiutano a combattere l’accumulo dei cosidetti “radicali liberi” che possono danneggiare le diverse strutture oculari e soprattutto la retina. Queste sostanze definite “antiossidanti” sono principalmente la vitamina A, C ed E, il betacarotene e la luteina etc. ed elementi come lo zinco e il selenio. Si trovano nella frutta come le arance, kiwi, albicocche e nella verdura come peperoni, pomodori, carote e soprattutto quella a foglia verde come spinaci, broccoli e lattuga, etc.
E’ dunque consigliabile consumare abbondanti porzioni di questi alimenti.
Integrazione con elementi antiossidanti come Luteina, L-carnosina, Curcumina, Zafferano, Zinco, Rame, Selenio, Vit E e Vit. C
Questi nutrienti sono in grado di antagonizzare i fenomeni ossidativi dei radicali liberi che sono alla base dei processi di invecchiamento e morte cellulare. Non sempre la dieta quotidiana consente un’appropriata assunzione di tali sostanze e negli anziani la situazione è aggravata da un loro ridotto assorbimento. L’aumento dei fenomeni ossidativi, soprattutto quelli legati all’esposizione dei raggi solari, e la ridotta disponibilità di specifici agenti antiossidanti, sono causa di un incremento di patologie degenerative a carico di alcune strutture oculare ed in particolare della retina e della zona maculare. E’ infatti a questo livello che le radiazioni luminose vengono a contatto con i fotorecettori permettendo la visione. E’ pertanto necessario un corretto potenziale antiossidante al fine di mantenere l’equilibrio tra i processi ossidativi e quelli cellulari a livello retinico. Un esempio è costituito dalla LUTEINA, un potente antiossidante che si accumula elettivamente nella macula, dove costituisce un filtro naturale contro le radiazioni nocive riducendo il danno a carico dei tessuti retinici maculari.
Può essere quindi definita come un’ “occhiale da sole naturale”. La LUTEINA, come molti altri elementi antiossidanti, non viene prodotta dal nostro organismo e può essere assunta solo con alimenti o integratori alimentari. Anche lo zafferano e la curcumina sono estratti vegetali particolarmente ricchi in carotenoidi e polifenoli, che conferiscono loro proprietà antiossidanti. Il colore giallo delle spezie curcuma e zafferano è dato dalla presenza di questi carotenoidi.
Le palpebre sono una regione anatomica complessa spesso sottovalutata dal paziente. Sebbene alcune patologie palpebrali come calazi, blefariti e meibomiti sono delle infiammazioni risolvibili in breve tempo, se non trattate possono portare a condizioni di discomfort più severe come quelle legate alla sindrome dell’occhio secco.
Una accurata igiene palpebrale gioca un ruolo fondamentale nel trattamento e nella riduzione della sintomatologia e nella prevenzione delle principali patologie palpebrali.
Le palpebre sono una regione anatomica complessa spesso sottovalutata dal paziente. Sebbene alcune patologie palpebrali come calazi, blefariti e meibomiti sono delle infiammazioni risolvibili in breve tempo, se non trattate possono portare a condizioni di discomfort più severe come quelle legate alla sindrome dell’occhio secco.
Una accurata igiene palpebrale gioca un ruolo fondamentale nel trattamento e nella riduzione della sintomatologia e nella prevenzione delle principali patologie palpebrali.